Ognuno di noi dà un significato diverso alla parola "pulizia". Per alcuni, l’atto di pulire include un panno catturapolvere, un mocio e della candeggina; per altri significa riordinare, aspirare il pavimento e lavare le superfici con un detergente. Ma mentre pulizia può significare qualsiasi cosa, dallo spolverare allo strofinare, quando si tratta di disinfezione e sanificazione, le definizioni sono più chiare. E tanto in casa quanto al lavoro è importante conoscerne la differenza.
Laddove l'atto della pulizia rimuove cibo, sporco, materia organica e polvere (e alcuni germi) dalle superfici utilizzando acqua e sapone, la disinfezione elimina gran parte dei microrganismi e quindi riduce la carica microbica a un livello di sicurezza microbiologica accettabile per l’uomo. E’ questa in sostanza la differenza tra un prodotto igienizzante e un disinfettante, dove il primo è progettato per rimuovere lo sporco, il secondo i germi. Lavare con un detergente o un igienizzante (i termini sono equivalenti) è la prima importante operazione da fare, perché lo sporco contiene molti microrganismi che se non rimossi riducono l’azione dei disinfettanti.
I disinfettanti reperibili in commercio sono in genere a base di principi attivi come l’etanolo e altri alcoli, i sali di ammonio quaternario, il perossido di idrogeno e il sodio ipoclorito. In Italia, i prodotti che vantano un’azione disinfettante prima di essere immessi in commercio con la dicitura di “disinfettante”, devono essere valutati dall'Istituto Superiore di Sanità e autorizzati dal Ministero della Salute.
A oggi, sul mercato, sono disponibili diversi disinfettanti autorizzati che, come tali, garantiscono l’azione battericida e virucida. La presenza in etichetta del numero di registrazione/autorizzazione (PMC/Biocida) conferma infatti l'avvenuta valutazione da parte degli organi competenti di quanto presentato dal produttore sulla composizione, la stabilità, l’efficacia e le informazioni di pericolo.
La sanificazione rappresenta invece un approccio più olistico all'eliminazione di organismi microscopici come batteri, virus e funghi utilizzando sostanze chimiche oppure molecole naturali come nel caso dell’ozono. Vale la pena ricordare che la sanificazione avviene dopo la rimozione dei detriti – non puoi decontaminare una superficie sporca, la pulizia viene sempre prima – e dopo la disinfezione abituale fatta con i prodotti chimici applicati manualmente (spray, salviette deumidificate, straccio, etc…). L’azione di un ozonizzatore professionale per ambienti è immediata e permette a tutti di sanificare il proprio ufficio, negozio o locale in piena autonomia, senza chiamare ditte esterne.
Disinfezione e sanificazione hanno in parte lo stesso scopo che è quello di abbattere la carica microbica di un ambiente chiuso e ridurre così il rischio di contrarre o diffondere un’infezione e di contaminare materiali e alimenti. Ma differiscono per la profondità dell’azione e il risultato.
La disinfezione è un trattamento che riduce sensibilmente la carica microbica che ha un’azione puntuale e circoscritta; la sanificazione è un complesso di procedure necessarie per rendere sano l’intero ambiente chiuso, compreso il mantenimento della buona qualità dell’aria attraverso il controllo della ventilazione, dell’umidità e della temperatura.
Rispetto alla disinfezione degli ambienti, il BPR (Biocidal Products Regulation - Regolamento UE n. 528/2012 sui biocidi) Guidance Vol. II B+C sottolinea che “per disinfezione degli ambienti si intende la disinfezione delle superfici e nello specifico l’abbattimento della carica microbica su pareti, soffitti, pavimenti, superfici esterne dell'arredamento/equipaggiamento presenti in locali dove un disinfettante/sanitizzante è applicato per via aerea tramite diffusione per aerosolizzazione, fumigazione, vaporizzazione o in forma di gas, escluso il gas plasma”.
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