Sanificazione studi medici: il webinar del dott. Giovanni Mauro | Parte II

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Come si trasmettono i microrganismi patogeni da una persona all’altra e quali azioni può mettere in campo il medico per prevenire le infezioni, lavorare in sicurezza e organizzare il proprio studio medico come si deve.

Continua il nostro viaggio nel mondo della sanificazione degli studi medici insieme al Dottor Giovanni Mauro, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia e docente dell’Università di Parma. Qualche settimana fa, nella prima parte del suo intervento, il nostro ospite ha illustrato cos’è cambiato nella sanificazione ambientale negli ultimi anni e come avviene la contaminazione all’interno di ambienti chiusi, come gli studi medici e odontoiatrici. Oggi approfondiamo questo argomento con un focus su come si trasmettono i microrganismi da una persona all’altra e come è possibile organizzare lo studio medico per prevenire e gestire infezioni e contagio.

La trasmissione dei microrganismi in uno studio medico

Dottore, si può dire che il meccanismo di trasmissione degli agenti patogeni è costituito da più passaggi?

Certamente: abbiamo un microrganismo, un ospite sensibile e un modo per trasmettere il microrganismo. Le modalità di trasmissione sono quindi un fattore importante e chi ha avuto a che fare con ambulatori medico chirurgici, odontoiatrici, dove si fa chirurgia ambulatoriale, sa che la trasmissione è un problema ben conosciuto da sempre. Le modalità nuove, quello che ha cambiato le regole del gioco negli ultimi tempi, è la comparsa di un agente che si trasmette anche per via aerea. 

Quindi la modalità di trasmissione di un’infezione parte dal microbo, collocato all’interno di un serbatoio, il quale esce da una porta di diffusione e si trasmette tramite una porta di entrata e colpisce un ospite suscettibile. Nell’ambulatorio medico, le modalità di trasmissione dei microrganismi sono la trasmissione diretta, quindi con un contatto fisico diretto con sangue, fluidi orali o altri materiali. Questa è la trasmissione più comune. Ma anche indiretta, quindi contatto con un oggetto contaminato intermedio, come uno strumento per diagnosi, un'apparecchiatura o una superficie dell’ambiente; e poi abbiamo la trasmissione tramite goccioline e liquidi organici, che entrano in contatto con la mucosa orale o nasale o congiuntivale, contenenti microrganismi generati da una persona infetta. Come? Ad esempio tossendo, starnutendo o parlando, la persona emette droplets infetti che vanno a colonizzare l’ambiente oppure particelle respirabili di dimensioni più piccole (aerosol), generate sia dall’uomo che da fonti ambientali, che possono rimanere vitali e disperse nell’aria per lunghi periodi nell’ambiente interno. In odontoiatria, gli aerosol sono comunemente generati dall’uso di manipoli, scaler a ultrasuoni e siringhe aria/acqua.

La cosa nuova è la presenza di fomiti. I fomiti sono gli oggetti inanimati che se vengono contaminati o esposti a microrganismi patogeni (batteri, virus e funghi che derivano dalle vie respiratori del soggetto infetto, oppure dalla saliva o dall’immissione di fluidi nell’ambiente), possono trasferire una malattia infettiva a un nuovo ospite. Le particelle provenienti dal soggetto infetto si possono depositare su oggetti di per sé innocenti, inanimati, che diventano a loro volta fonte di contagio qualora toccati o manipolati. E’ così che gli oggetti infettati diventano a loro volta infettanti. E’ bene ricordare che questa persistenza del rischio di trasmissione può arrivare fino a 5 giorni. Un esempio di fomite ben conosciuto da tempo sono gli aghi contaminati, il fomite più comune per la trasmissione dell’HIV o dell’epatite.

Oggi il ruolo dei fomiti nel trasferimento delle malattie è il più elevato nella storia umana a causa dello stile di vita in spazi chiusi. Altri esempi di fomiti possono essere vestiti sporchi, asciugamani, lenzuola, fazzoletti e medicazioni chirurgiche. In generale tutti i materiali, dal vetro alla plastica al tessuto alla carta.

Come organizzare lo studio medico per prevenire e controllare le infezioni

Come possiamo prevenire e combattere questa situazione? Anzitutto l’anamnesi del paziente: non bisogna mai dimenticare che la prima prevenzione è l’individuazione dei soggetti a rischio, dei soggetti infetti. Quindi raccogliere una storia del paziente e osservare pedissequamente le pratiche di routine, le tecniche di barriera per proteggere i pazienti, applicare le linee guida di pulizia, disinfezione, sterilizzazione e conservazione degli strumenti dentali. Inoltre, è fondamentale la pulizia delle superfici e la sanificazione degli ambienti sanitari, ad esempio con macchine per sanificare come un generatore di ozono professionale portatile, nonché una manipolazione e uno smaltimento sicuro dei rifiuti.

Sanificazione degli studi medici: ricapitoliamo

  • la trasmissione dei microrganismi all’interno di un ambiente sanitario può avvenire per contatto diretto con il paziente o con un oggetto o una superficie dell’ambiente contaminata
  • goccioline, droplets e particelle respirabili (aerosol) generati da una persona infetta contengono microrganismi che colonizzano l’ambiente e lo contaminano
  • le particelle infette possono rimanere vitali per lunghi periodi, disperse nell’aria e nell’ambiente 
  • per prevenire la comparsa di infezioni nosocomiali in ambulatorio, è fondamentale pulire e sanificare lo studio medico, in particolare le superfici che entrano in contatto con i pazienti, anche con l’aiuto di macchine per sanificare con l’ozono, che hanno il vantaggio di poter essere utilizzate tutti i giorni in piena autonomia, senza aggravi di costi per lo studio medico.  

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